Alle pendici del monte Torrione stava adagiato il paese di Barbagallo, dove viveva una comunità di
esseri umani le cui vite seguivano da sempre un ritmo tranquillo. C’erano Martesco il fornaio, Romilda la
sarta, Tebaldo il ciabattino, Villanda la maestra, Uspino il taglialegna, Rifolda la contadina, Giuscarpo il
sindaco, Sulvina la locandiera, e così via fino all’ultimo barbagallino, Capistillo lo spazzacamino.
Sebbene nessuno le avesse mai viste, tutti sapevano che a vegliare sulla quiete di Barbagallo c’erano
due maghe molto potenti. Ad alta quota, sul lato orientale del monte Torrione, in una casupola di legno
viveva Allodilla, maga dell’alba, che faceva sorgere il sole e comandava il canto del gallo, in modo che
gli umani si potessero risvegliare al momento opportuno. A mezza quota, sul lato occidentale, in una
grotta viveva Civettilla, maga del tramonto, che faceva calare il sole per avere il buio e mandava il
barbagianni a distribuire in modo equo il sonno, in modo che gli umani si potessero riposare.
CRISTINA SFERRA
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